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L’entrata a nord della cerchia muraria medicea prende il nome di Porta San Clemente.

Questo ingresso è rivolto in direzione del Casentino e trae denominazione da una chiesa di origine altomedievale che si trovava nella zona. Nel 1031 questo edificio sacro fu donato dal grande vescovo Teodaldo, mecenate di Guido d’Arezzo, ai benedettini. Questi vi fondarono accanto un monastero.

Successivamente, intorno alla metà del XII secolo, il complesso religioso passò ai monaci camaldolesi. In quel periodo l’area di San Clemente era una borgata suburbana, ma lo sviluppo costante della città impose l’esecuzione di una nuova muraglia, costruita a cavallo tra i secoli XII e XIII, che inglobò il quartiere ma non la struttura camaldolese.

Porta San Clemente fu costruita, grosso modo, all’altezza dell’odierna Casa di Riposo Fossombroni (ex Casa Pia).

Nel 1319, sotto il dominio dei Tarlati, partirono i lavori per una cinta ancora più grande e la nuova porta fu avanzata fino alla fine di quella che oggi è via Vecchia, a quei tempi la strada principale che metteva in comunicazione Arezzo con Ceciliano e quindi con la vallata casentinese.

Porta San Clemente

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La Giostra del Saracino si disputa nella Piazza Grande di Arezzo due volte l'anno:

il penultimo sabato del mese di giugno, in notturna, dedicata a San Donato, patrono di Arezzo, e per questo definita "Giostra di San Donato"

la prima domenica del mese di settembre, di giorno, dedicata alla sacra immagine della Madonna del Conforto, protettrice di Arezzo, e per questo definita "Giostra della Madonna del Conforto"

La Giostra è oggi disputata in costume medievale (XIV sec), a memoria della sua magnificenza al tempo del libero comune, ma presumibilmente ad Arezzo si svolgeva già dal XIII secolo.

Si tratta di un'antica competizione cavalleresca, che affonda le sue origini nel Medioevo e che consiste nel colpire un bersaglio, posto sullo scudo che Buratto (un automa girevole che impersona il "Re delle Indie") tiene sul braccio sinistro con un colpo di lancia al termine di una veloce carriera a cavallo. Il tutto senza farsi colpire dal mazzafrusto, imbracciato dal Buratto stesso nel braccio destro, il quale viene azionato da un meccanismo a molla che aumenta l'azione di rotazione già impressa dal colpo del cavaliere.

Di torneamenti e giostre visti in terra di Arezzo parla anche espressamente Dante Alighieri, all'inizio del XXII canto dell'Inferno.

Risale al 1260 la più antica testimonianza di un torneo cavalleresco in Piazza Grande, indetto a celebrazione dell'investitura a cavaliere dell'ordine dello Speron d'oro di Ildebrandino Giratasca.

I Quartieri:

Quartiere di Porta Crucifera, Quartiere di Porta Sant'Andrea, Quartiere di Porta del Foro e Quartiere di Porta Santo Spirito.

Il corteo che oggi anticipa la Giostra vede sfilare anche gli emblemi e i cavalieri di alcune delle principali famiglie nobili della città e del contado che nei territori abbinati ai Quartieri possedevano la dimora o avevano avuto feudi e consorterie, quindi peso politico e militare al tempo del libero Comune.

Per approfondimenti www.giostradelsaracinoarezzo.it/

La Giostra del Saracino

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Per rafforzare il sistema difensivo, i Tarlati eressero anche un piccolo fortilizio in prossimità del plesso abbaziale, che continuò a rimanere esterno alle mura. Nel 1339 la porta fu adornata, alla pari delle altre nove della cinta tarlatesca, da una Madonna con il Bambino in pietra, simbolo di protezione da calamità, pestilenze e sventure.

Nei pressi della porta si trovava una celebre abbazia ricca di opere d'arte. Nel Cinquecento la zona di San Clemente fu oggetto di profondi cambiamenti. Le nuove fortificazioni volute da Cosimo dei Medici e iniziate nel 1538 fecero arretrare il perimetro urbano di qualche metro mentre la porta fu ricostruita a poca distanza, dove la vediamo adesso.

Tra il 1540 e il 1547, a destra e a sinistra di questo ingresso alla città, furono realizzati due dei sette baluardi di difesa previsti da Firenze per le mura aretine. Purtroppo la badia venne rasa al suolo e il danno fu gravissimo, perché andarono perse numerose opere d’arte. Il più importante pittore locale del Duecento, Margarito d’Arezzo, aveva eseguito vari dipinti all’interno della chiesa. Questo secondo Giorgio Vasari.

Il secolo d’oro per il plesso religioso, artisticamente parlando, fu il Quattrocento. Il geniale artista fiorentino Bartolomeo della Gatta, pittore, miniatore, architetto, musicista e costruttore d’organi, dopo aver preso i voti da monaco camaldolese giunse ad Arezzo intorno al 1470. A San Clemente arrivò a rivestire la carica di abate e vi rimase fino alla morte, avvenuta nel 1502. Quello che è considerato il più grande maestro, dopo Piero della Francesca, operante nel territorio aretino nella seconda metà del XV secolo, impreziosì di affreschi la chiesa abbaziale, per la quale realizzò anche l’organo. Di tutto ciò non è rimasto niente.

Nel 1833 Porta San Clemente fu ristrutturata e ingrandita perché considerata ormai angusta per le nuove esigenze. Su disegno di Lorenzo Balocchi fu sistemata con delle linee architettoniche semplici e ornata di grandi bozze in pietra. Nel contempo fu tolta una statua della Madonna in terracotta, che da tempo aveva preso il posto di quella trecentesca in arenaria.

La storia

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La Fiera Antiquaria di Arezzo è la più antica sul territorio nazionale.

 Dal 1968 ininterrottamente, ogni prima Domenica del mese e Sabato precedente, in Piazza Grande e nelle vie del centro storico cittadino, la Fiera intrattiene i suoi visitatori con una grande varietà di oggetti che costituiscono il patrimonio storico della nostra identità, regalando ad appassionati e addetti ai lavori il piacere della “trouvaille”, ovvero la scoperta e la ricerca del pezzo raro o curioso.

 Centinaia di espositori propongono a migliaia di visitatori da tutto il mondo i loro oggetti d’arte, i mobili, i gioielli e i bijoux, gli orologi, i libri e le stampe antiche, gli strumenti scientifici e quelli musicali, i giocattoli, la biancheria d’antan e ogni tipo di collezionismo.

 Ma non solo… per chi non è appassionato di antichità, la Fiera offre un vastissimo assortimento di modernariato, vintage e artigianato di qualità.

 Da sempre la Fiera Antiquaria di Arezzo è ed è considerata “la più Grande e la più Bella” tra tutti i mercati antiquari all’aperto, grazie anche allo straordinario contesto storico e architettonico in cui si svolge.

Per approfondimenti www.fieraantiquaria.org

La fiera antiquaria

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